L’evoluzione dello sviluppo prodotto è estremamente veloce, con un numero di funzionalità in costante aumento. Basta salire su di un’auto di nuova generazione e confrontarla con quella di qualche anno fa per rendersene conto. La mia prima auto era quasi un oggetto primitivo confrontata con la sua evoluzione attuale, prestazioni limitate, consumi elevati e priva di tutta una serie di optional (alzacristalli elettrici, servosterzo, chiusura centralizzata, sedili reclinabili, impianto di aria condizionata, lunotto termico) oggi presenti nella maggior parte delle utilitarie in commercio.
Lo stesso accade per la maggior parte dei prodotti, non solo quelli elettronici, dove l’innovazione di prodotto è data per scontata, ma quelli più tradizionali come una bicicletta (sempre più e-bike), un orologio (ormai diventato strumento di monitoraggio del nostro corpo), un libro (ormai soppiantato o per lo meno affiancato dall'immancabile Kindle), un televisore (che sembra dimagrito di 20 chili). Perfino la classica sigaretta ha ormai la sua versione elettronica.
In questo articolo vedremo come l'innovazione si ottenga grazie ad un uso sempre più spinto della simulazione virtuale, disciplina in grado di trasformare il prodotto in un modello matematico in grado di replicarne il comportamento reale, prevedendone quindi prestazioni e problemi rispetto alla sua realizzazione "fisica".
Un vantaggio non indifferente se si pensa che i costi delle modifiche di progetto durante lo sviluppo prodotto sono tanto maggiori quanto si interviene in ritardo.