Abbiamo già presentato nello scorso articolo le problematiche e i vantaggi di avere uno strumento di verifica integrato con il software di calcolo che permetta di ottimizzare (e quindi di minimizzare) il numero di passaggi del calcolista tra i software, per eseguire le verifiche normative.
Abbiamo capito che minore è questo numero, minori saranno gli errori che potranno prodursi per il solo fatto che si viaggia da un’ambiente di simulazione ad un ambiente di verifica. Idealmente, se gli ambienti di simulazione e di verifica sono integrati, non vi è possibilità di errore.
Ciò non significa annullare tutti gli errori, ma solamente la quota parte relativa al passaggio di dati, che spesso non è trascurabile.
Premesso tutto questo, rimane l’aspetto fondamentale di presentare i risultati delle elaborazioni in modo comprensibile. In effetti, le verifiche trovano la loro naturale collocazione all’interno di un rapporto tecnico di calcolo, il quale è un documento che ‘racconta’ quello che è stato fatto durante il calcolo della o delle strutture in esame e che dovrebbe permettere al lettore o revisore di poter riprodurre il calcolo stesso.
La mole di dati quindi potrà essere molto grande, pertanto è importante organizzare il rapporto di calcolo e, in particolare, la parte di verifica, in maniera razionale ed ordinata, ad esempio, mediante tabelle e un’opportuna suddivisione dei paragrafi in base al tipo di verifica e alla zona della struttura interessata da tale verifica.
Anche in questo caso può venire in aiuto a chi emette il report di calcolo uno strumento informatico che permetta di riportare le verifiche in forma leggibile e facilmente fruibile.
In questo caso la difficoltà sta nella trasposizione delle verifiche, dall’output del programma di verifica al documento di testo. Ad esempio, si può utilizzare il copia-incolla, che rimane per molti il mezzo fondamentale per riportare le verifiche sul rapporto tecnico.
Questo metodo, pur essendo valido e discretamente efficiente, presenta numerosi svantaggi, già tristemente noti al lettore, tra i quali si ricordano la ripetitività delle operazioni, gli errori di ‘incollaggio’ e, il più temuto di tutti, forse, la formattazione delle tabelle nonché l’inserimento manuale delle didascalie. Il tema della formattazione può apparire al profano una banalità, ma con l’esperienza si evince che è proprio questa operazione che è responsabile della maggior parte del lavoro di stesura delle verifiche sui documenti tecnici.
Programmi di ‘reporting’ automatico permettono di semplificare nonché di ottimizzare il flusso di lavoro del calcolista minimizzando le possibilità di errore ed il tempo di produzione della documentazione. Vediamo come.
I programmi cosiddetti di reporting automatico permettono di produrre in maniera automatica un elaborato digitale leggibile ed ordinato, contenente tutti i dati oggetto dell’elaborazione. Ad esempio, utilizzando un programma di reporting automatico a valle di un programma ad elementi finiti si è in grado di avere una descrizione delle caratteristiche del modello, ad esempio la geometria di supporto (se presente) con le sue caratteristiche (volume, baricentro, massa), i materiali costituenti, gli elementi finiti utilizzati nel calcolo, le condizioni al contorno (vincoli, carichi) e i risultati ottenuti (tensioni, spostamenti).
Le immagini possono essere generate automaticamente oppure l’utente può aggiungerle manualmente. Strumenti evoluti di reporting permettono infatti di generare contenuti modificabili e permettono di adattare il template del documento a seconda delle necessità dell’utente, oltre che a essere supportati ed esportati nei più comuni formati degli editor di testo professionali.
Nel contesto delle verifiche normative un programma di questo tipo può facilmente raccogliere i dati prodotti da un programma di verifica automatico per trasporli in maniera ordinata e razionale in un documento elettronico.
In questo caso si avrà l’enorme vantaggio di partire da un’ottima base, in cui le informazioni salienti sono già state ordinate e sistemate, per poter poi integrare quello che non può essere automatizzato.
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